Shirin Neshat e Fatih Akin Presidenti delle Giurie Orizzonti e Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”
L’artista e regista iraniana Shirin Neshat, Leone d’Argento per la miglior regia alla 66. Mostra di Venezia 2009 col suo primo lungometraggio Donne senza uomini (Zanan bedoone mardan) e Leone d’oro alla 48. Biennale Arte 1999 – e il regista tedesco di origine turca Fatih Akin, uno dei migliori talenti del cinema europeo e vincitore con Soul Kitchen del Premio Speciale della Giuria alla 66. Mostra di Venezia 2009 – saranno alla 67. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (1-11 settembre 2010), i presidenti delle Giurie internazionali rispettivamente della sezione Orizzonti – che da quest’anno si apre a tutte le opere “fuori formato” – e del premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”.
La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia, presieduto da Paolo Baratta, accogliendo la proposta del Direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, Marco Mueller.
Shirin Neshat, la più nota video artista e fotografa iraniana, ha debuttato nella regia cinematografica nel 2009 con Donne senza uomini (Zanan bedoone mardan), presentato con grande successo in anteprima mondiale in concorso alla 66. Mostra di Venezia, e premiato col Leone d’Argento per la miglior regia. I lavori di arti visive di Shirin Neshat affrontano i temi delle motivazioni sociali e religiose che forgiano l’identità delle donne musulmane. Nel 1999 è stata premiata con il Leone d’oro alla 48. Biennale Arte di Venezia per le videoinstallazioni Turbulent e Rapture. In precedenza aveva ottenuto numerosi riconoscimenti per la serie Women of Allah, foto di donne i cui volti sono velati da fitte e ossessive trame calligrafiche. Le sue personali sono state esposte alla Tate Gallery di Londra, al Guggenheim Museum di New York, alla Serpentine Gallery di Londra, alla Kunsthalle di Vienna e al Museo d’Arte Contemporanea di Hiroshima.
Fatih Akin (nato ad Amburgo nel 1973 da famiglia di origine turca), è uno dei più importanti talenti della cinematografia europea, già affermatosi nei principali festival internazionali. Il suo ultimo lungometraggio Soul Kitchen ha ottenuto alla 66. Mostra di Venezia 2009 il Premio Speciale della Giuria. Nel 1998 il suo lungometraggio d’esordio, Kurz und Schmerzlos, si era aggiudicato il Pardo di bronzo al Festival di Locarno. Nel 2004, con La sposa turca (Gegen die Wand), Akin aveva vinto l’Orso d’oro al Festival di Berlino, nonché il premio per il miglior film agli European Film Awards. Nel 2007, Ai confini del paradiso (Auf der anderen seite) aveva vinto il premio per la migliore sceneggiatura al Festival di Cannes e agli European Film Awards.
La Giuria internazionale della sezione Orizzonti, la sezione che da quest’anno si apre a tutte le opere “fuori formato”, con un più ampio e dinamico sguardo verso le vie nuove dei linguaggi espressivi che confluiscono nel cinema, sarà composta da 5 personalità del cinema e della cultura di diversi paesi e presieduta da Shirin Neshat, e assegnerà – senza possibilità di ex aequo – quattro nuovi Premi: Premio Orizzonti (riservato ai lungometraggi), Premio Speciale della Giuria Orizzonti (riservato ai lungometraggi), Premio Orizzonti Cortometraggio, Premio Orizzonti Mediometraggio. In uno sforzo di razionalizzazione della griglia di programmazione, in questa riorganizzazione della linea di programma sarà assorbita in “Orizzonti” non solo la sezione “CortoCortissimo”, ma anche tutti gli “Eventi Speciali”. Una linea di programma senza distinzioni di genere e durata, che sarà un “laboratorio” dei diversi linguaggi artistici del visivo, all’interno del più grande “laboratorio” della Biennale di Venezia, in collegamento sempre più stretto con gli altri settori.
La Giuria internazionale del premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, composta da 5 personalità del cinema e della cultura di diversi Paesi tra i quali un produttore, e presieduta da Fatih Akin, assegnerà senza possibilità di ex aequo, tra tutte le opere prime di lungometraggio nelle diverse sezioni competitive della Mostra (Selezione ufficiale e Sezioni autonome e parallele), il Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima Luigi De Laurentiis, e 100.000 USD messi a disposizione da Filmauro di Aurelio De Laurentiis, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore.
Note biografiche
Shirin Neshat (Presidente Giuria Orizzonti)
Shirin Neshat, nata a Qazvin (Iran) nel 1957, è una fotografa e video artista iraniana che nelle sue opere affronta le complesse forze sociali e religiose che forgiano l’identità delle donne musulmane. Cresciuta in una famiglia borghese che vive all’occidentale, nel 1974 si è trasferita a Los Angeles per studiare arte all’università di Berkeley. Nel 1979 la rivoluzione islamica degli Ayatollah scoppiata in Iran le impedisce di tornare in patria fino al 1990. La nascita artistica di Shirin avviene attraverso la fotografia con Women of Allah, il ciclo realizzato tra il 1993 e il 1997 con il quale ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Negli ultimi 12 anni, l’artista iraniana Shirin Neshat ha prodotto una serie di video installazioni liriche che trattano temi come la politica di genere, l’autodeterminazione culturale e l’autorità della religione. Attingendo alle proprie esperienze di emigrata mediorientale e a concetti universali quali l’identità, il desiderio e l’isolamento sociale, queste opere sono state insignite di numerosi riconoscimenti, tra cui il Leone d’oro alla 48. Biennale Arte di Venezia. Le sue personali sono state esposte, tra gli altri, alla Tate Gallery di Londra, al Guggenheim Museum di New York, al Museo d’Arte Contemporanea di Atene, alla Serpentine Gallery di Londra, alla Kunsthalle di Vienna e al Museo d’Arte Contemporanea di Hiroshima. Dal 2003, Shirin Neshat si è impegnata in un ambizioso progetto video/cinematografico in due parti basato sul romanzo, pubblicato nel 1989, “Donne senza uomini” della scrittrice iraniana Shahrnush Parsipur. I cinque singoli video del progetto – Mahdokht (2004), Zarin (2005), Munis (2008), Faezeh (2008) e Farokh Legha (2008) – ognuno dei quali incentrato su una delle protagoniste femminili del romanzo, sono stati recentemente assemblati in un’unica installazione in più stanze. Dopo il primo allestimento nel 2008 in Danimarca, al ARoS Aarhus Kunstmuseum, la complessa opera ha fatto tappa alla Galleria Faurschou di Pechino, e al Museo Nazionale di Arte Contemporanea di Atene. In autunno sarà esposta al Kulturhuset di Stoccolma e in altre sedi da confermare. Inoltre, quattro dei video sono stati proiettati alla Biennale d’Arte Contemporanea “Prospect. 1 New Orleans” lo scorso anno. Mentre realizzava i video (finanziati in gran parte dalla Gladstone Gallery di New York e dalla Galerie Jérôme de Noirmont di Parigi), Shirin Neshat ha anche lavorato al lungometraggio Donne senza uomini (Zanan bedoone mardan). Il film, che trae spunto sia dal romanzo che dai video, è caratterizzato da una narrazione onirica che intreccia le vicende personali delle protagoniste con le sollevazioni politiche nella Teheran del 1953, periodo in cui è ambientato il romanzo della Parsipur. Per realizzare i video e il film, Shirin Neshat ha lavorato a stretto contatto con la sua collaboratrice di sempre, Shoja Azari, che firma con lei la sceneggiatura finale. Il lungometraggio, girato a Casablanca, è interpretato prevalentemente da attori iraniani che vivono in Europa e comprende anche una narrazione fuori campo scritta dal poeta e critico d’arte Steven Henry Madoff. Presentato in anteprima mondiale alla 66. Mostra del Cinema di Venezia 2009, il film ha ottenuto il Leone d’Argento dalla giuria presieduta da Ang Lee.
Fatih Akin (Presidente Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”)
Fatih Akin è nato nel 1973 ad Amburgo, da genitori turchi. Akin ha studiato comunicazione visiva all’Accademia di Belle arti di Amburgo, dal 1994 al 2000. Con il primo corto Sensin – Du bist es! (1995) ha vinto il premio del pubblico al Hamburg International Short Film Festival. Nel 1998 a ventiquattro anni diventa l’astro nascente del cinema tedesco con il suo lungometraggio d’esordio Kurz und Schmerzlos, in cui, narrando la vita ad Amburgo di tre amici di nazionalità turca, greca e serba, affronta il tema del confronto internazionale che riprenderà anche in seguito. Il film vince il Leopardo di bronzo al Festival di Locarno nel 1998. Due anni dopo, ha realizzato il road movie Im Juli e il documentario Wir haben vergessen zurüeckzukehren, in cui ha esaminato la storia della sua famiglia emigrata. Nel 2002, ha realizzato Solino, cronaca di una famiglia di immigrati italiani a Duisburg. Nel 2003 con i soci Andreas Thiel e Klaus Maeck fonda la sua società di produzione “corazón international” che produce non solo i progetti di Akin, ma anche quelli di altri autori e registi di talento.
La svolta internazionale della sua carriera avviene nel 2004 con La sposa turca (Gegen die Wand), rappresentazione della cultura turca e delle difficoltà di integrazione nella realtà tedesca che ha ottenuto l’Orso d’oro al Festival di Berlino e il premio per la Migliore Regia ai German Film Awards e agli European Film Awards. Nel 2005 ha presentato a Cannes il documentario Crossing the bridge – The sound of Istanbul, sulla sfaccettata scena musicale turca di oggi. Nel 2007 ha realizzato il suo quinto lungometraggio, Ai confini del paradiso (Auf der Anderei Seite), anch’esso insignito di numerosi premi, tra cui quello per la Migliore Sceneggiatura al Festival di Cannes e agli European Film Awards. Nel ha girato un episodio per il film collettivo New York, I Love You e l’anno seguente ha partecipato ad un altro progetto simile: Deutchland 09, tredici corti per raccontare la Germania di oggi. Akin per il suo corto, Der Name Murat Kurnaz, ha scelto la storia di un musulmano tedesco reduce da Guantanamo. Nel 2009 vince il Premio Speciale della Giuria alla 66. Mostra di Venezia con la commedia Soul Kitchen.Scritto assieme all’attore feticcio Adam Bousdoukos, Soul Kitchen ripropone altri attori che hanno già lavorato con Akin, come Moritz Bleibtreu, già in Im Juli e Solino, e Birol Ünel, anche lui in Im Juli e protagonista de La sposa turca (Gegen die Wand). Attualmente sta lavorando al documentario Garbage in the Garden of Eden (titolo provvisorio) sulla lotta intrapresa dagli abitanti di Camburnu, un villaggio sulle montagne della Turchia, contro il progetto di costruzione di una discarica nel bel mezzo delle piantagioni di tè della loro idilliaca regione.