Douglas Gordon, K.364 A Journey by Train (Regno Unito)
K.364 è un esercizio di ritrattistica, in questo senso seguito ideale di Zidane: A 21st Century Portrait, realizzato in collaborazione tra Gordon e l’artista francese Philippe Parreno. Questa volta oggetto del ritratto non sono un calciatore e un evento sportivo, ma un brano e una performance musicali. Il film segue il viaggio di ritorno di Avri Levitan and Roi Shiloach – musicisti di origine ebrea-polacca – verso la terra da cui i loro genitori fuggirono nel 1939. Accompagniamo i musicisti mentre lasciano Berlino a bordo di un treno, e attraversano la città di Poznan, dove la vecchia sinagoga è diventata una piscina. Il viaggio termina a Varsavia, per l’esecuzione della “Sinfonia concertante K. 364” di Mozart, eseguita da Levitan e Shiloach insieme alla Polish National Chamber Orchestra.
Douglas Gordon è uno degli artisti contemporanei più noti, esposti e acclamati. Nato nel 1966 a Glasgow, vive e lavora tra New York e Berlino. Attraverso il suo lavoro con il video, la fotografia e la scultura, Gordon affronta da sempre temi e dualità universali: vita e morte, bene e male. Alla sua prima mostra monografica, nel 1986, sono seguite innumerevoli retrospettive nei più importanti musei, tra cui il Van Abbemuseum di Eindhoven, il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, la Fundació Joan Miró di Barcelona. il Museum of Modern Art di New York e la National Gallery di Edinburgh. Nel 1996 gli è stato attribuito il Turner Pize, e nel 1997 il premio della Biennale d’Arte di Venezia, dove quell’anno rappresentava l’Inghilterra. Nel 2008 è stato uno dei membri della giuria della 65° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Ken Jacobs, A Loft (Stati Uniti)
Uno squarcio in 3-D del grande loft di un artista nella downtown di New York, da cui stanno per essere ricavati altri più piccoli “loft per artisti”. Cosa bizzara dato che ad abitarli saranno probabilmente dentisti e piccoli burocrati della finanza. Altrettanto insolita è l’assoluta mancanza totale di tecnologia 3D.
Ken Jacobs è nato nel 1933 a Brooklyn. Autore di un cinema sperimentale e underground, Jacobs inizia la propria carriera cinematografica verso la metà degli anni ’50, pur proseguendo gli studi d’arte e pittura con Hans Hofman. Nel 1969 realizza il film Tom, Tom the Piper Son, che verrà ammesso al prestigioso National Film Registry nel 2007. Sempre nel 1969 partecipa alla creazione del Dipartimento di Cinema dell’Harpur College (oggi Binghamton University), dove insegnerà cinema per molti anni, fino al 2000, senza mai abbandonare la carriera di regista sperimentale e sempre alla ricerca di nuove forme cinematografiche. È stato insignito di numerosi premi e riconoscimenti in festival importanti tra cui quelli di New York, Rotterdam, Londra e Hong Kong.
Isaac Julien, The Leopard (Regno Unito)
Julien alle prese con Tomasi di Lampedusa? No: i “gattopardi” sono qui gli immigrati clandestini dalla Libia che attraversano la Sicilia, l’Italia, l’Europa. Sono “angeli nuovi” della storia presente che ci permettono di vedere gli snodi dove le speranze e i sogni della modernità si sono infranti. La continuazione in cinema di un lavoro di video-installazioni che esploravano l’impatto di luoghi e paesaggi a confronto e in opposizione.
L’artista e filmmaker inglese Isaac Julien è nato nel 1960 a Londra, dove vive e lavora. In seguito agli studi alla St Martin’s School of Art, ha fondato il Sankofa Film and Video Collective, attivo dal 1983 al 1992. Protagonista della nuova scena cine-video britannica (e non solo), nei suoi film e installazioni video Julien manifesta un costante interesse verso le diverse discipline artistiche di cui si nutre la sua pratica: fotografia, danza, cinema, musica, teatro. Nel 1991 ha vinto il premio della Semaine de la Critique al festival di Cannes con Young Soul Rebels, nel 2001 è stato nominato al Turner Prize. Tra le sue opere cinematografiche più celebri (molte hanno potuto godere di una distribuzione internazionale, in sala e in video): Looking for Langston (1989), Frantz Fanon: Black Skin, White Mask (1996), The Long Road to Mazatlán (1999) e Vagabondia (2000). Nel 2008 ha firmato insieme a Tilda Swinton il documentario Derek dedicato alla memoria del cineastea Derek Jarman, di cui è stato amico e sodale. Oltre che a Documenta XI a Kassel, che nel 2002 ha ospitato la sua installazione video Paradise Omeros, ha esposto le sue opere in mostre collettive e retrospettive presso, tra gli altri, Centre Pompidou, MoCA Miami, Tate Modern e Guggenheim Bilbao.
Carlo Liberatore, Matteo Di Bernardino, Antonio Iacobone, Stefano Ianni, Marco Castellani e altri, Un anno dopo – Progetto Memory Hunters 1 (Italia)
Sembra un giorno qualunque, ma è quello del primo anniversario del terremoto che il 6 Aprile 2009 ha colpito la città de L’Aquila e i suoi dintorni. Un anno dopo è la prima tappa, supervisionata da Gianfranco Rosi e Stephen Natanson, del progetto Memory Hunters (Cacciatori di memoria) che si propone di seguire negli anni, grazie agli studenti dell’Accademia dell’Immagine e ai loro docenti, la ricostruzione dell’Aquila e della sua identità. I giovani cineasti scelgono le immagini giuste per recuperare la memoria della vita precedente della città e dei suoi abitanti attraverso testimonianze, silenzi e sguardi di una quotidianità sospesa e inesplorata. Sono tante piccole storie di giovani e vecchi, individui e famiglie, micro-analisi di come la vita comunitaria prova a ricomporsi.